FOTO: Proprietà di Piemonte Land of Perfection
Coltivato esclusivamente nel Monferrato astigiano, il Ruchè è un raro e antico vitigno a bacca nera autoctono del Piemonte. Le sue origini sono incerte, ma si presume originario della Borgogna e importato nel XVIII secolo dai frati che ne impiantarono alcune barbatelle nei pressi del convento, oggi scomparso, di San Rocco. Un’altra ipotesi fa invece risalire l’arrivo del vitigno sulle colline di Castagnole Monferrato a molto tempo prima, ma entrambe le teorie mancano di fondamenti certi, in quanto non esiste una documentazione anche parziale risalente a qualsiasi epoca. Per molto tempo dimenticato il Ruchè fu riscoperto a partire dagli anni Ottanta da don Giacomo Cauda, parroco vignaiolo di Castagnole Monferrato che ne rilanciò la coltivazione sperimentandone la vinificazione in purezza. Oggi è coltivato soltanto nel comune di Castagnole Monferrato e in sei comuni limitrofi, per un totale di 103 ettari.
E’ un vitigno che ama i terreni calcarei, asciutti e ben esposti, presentando una buona resistenza alla siccità e ad alcune infezioni virali. Pare infatti debba il suo nome alla sua particolare resistenza ad una malattia nota localmente come “roncet”, anche se una seconda non comprovata ipotesi lo fa risalire ai terreni rocciosi, impervi sui quali viene coltivato.
 

VITIGNO RUCHÉ

Colore bacca: nera.
Produttività: buona, ma non sempre costante.
Foglia: medio-piccola, spesso trilobata o più raramente pentalobata, con lobo mediano poco sviluppato, liscia.
Grappolo: cilindrico o piramidale allungato, alato e talora composto, acino piccolo, quasi rotondo, abbondantemente pruinoso (la pruina è una sostanza cerosa responsabile della patina biancastra visibile sulla buccia dell’acino).
Epoca di maturazione: fine settembre o inizio ottobre.
Vini a denominazione: Ruché di Castagnole Monferrato Docg.