FOTO: Proprietà del CNR-IPSP
L’origine di questo vitigno autoctono piemontese a bacca nera è senza dubbio il Monferrato e in particolare l’area compresa tra Asti e Casale, dove trova tutt’ora la sua massima espansione, sebbene sia diffuso in altre aree del Piemonte e della Lombardia, dov’è conosciuto con il nome di Barbesino. Citato in alcuni documenti storici risalenti alla fine del Settecento e descritto da Giuseppe Acerbi nel 1825 nell’opera Delle viti italiane o sia materiali per servire alla classificazione, ricevette i complimenti del Re d’Italia Umberto I alla Fiera dei Vini Nazionali del 1891, ma le basse rese ne hanno sempre condizionato la diffusione.
Piuttosto sensibile alle malattie, necessita di ottime esposizioni solari a causa della maturazione tardiva e irregolare e gradisce soprattutto terreni secchi e leggeri. I suoi acini, di media grandezza, sono particolarmente ricchi di vinaccioli, in dialetto astigiano “grignòle”, termine da cui probabilmente deriverebbe il suo nome.
 

VITIGNO GRIGNOLINO

Colore bacca: nera.
Produttività: buona, ma spesso incostante.
Foglia: di media grandezza, trilobata e talvolta pentalobata.
Grappolo: serrato, spesso con due sporgenze alari, con acini lievemente ovali, dal colore rosso-viola poco intenso.
Epoca di maturazione: inizio ottobre.
Vini a denominazione: Grignolino d’Asti Doc, Grignolino del Monferrato Casalese Doc, Piemonte Grignolino Doc.